Yaxchilan e Bonampak

Lunedì 15 agosto: Alle 6:00 (ma si può partire tranquillamente alle 7:00) inizia la nostra avventura verso i siti di Yaxchilan e Bonampak situati lungo il fiume Uxumacinta che divide il Messico dal Guatemala. Sono circa 150 km di strada è asfaltata, ma è tutta un susseguirsi di villaggetti e topes, topes e villaggetti... insomma, abbastanza snervante. Dopo un’ora e mezza di viaggio vediamo sulla nostra destra un baraccone dove pulmini di turisti si fermano e si sente un profumino di pane tostato... Wow, è ora di fare colazione!! Ci accodiamo ad un gruppo di italo-polacchi e paghiamo 100 MX$ a testa (quasi 8 eur per la colazione!!). Notare che io avevo 600 MX$ in portafoglio e lo Ste aveva prelevato a Palenque altri 500 MX$, che però per un ‘piccolo’ malinteso di coppia erano restati in camera. Totale quindi di 400 MX$ residui che dovranno bastarci tutta la giornata... giusto???Alle 8:30 arriviamo sulle sponde del fiume Uxumacinta dove dovremo prendere la lancia a motore che ci porterà alle prime rovine. Parcheggiamo e ci dicono che il costo per una lancia è di 650 MX$ (!!!). Io comincio a sudare freddo mentre lo Ste stupito commenta che abbiamo solo 400 MX$, al che il barcaiolo ci fa notare che quello è il prezzo per la lancia, e che quindi più si è, più si divide la spesa.... Ma siamo i primi, e gli unici, turisti arrivati fino a lì (i pulmoni arrivano più tardi, e chissà quanto tempo ci vorrà per arrivare ad numero decente...) Mi viene da piangere al solo pensiero di essere arrivati in questo luogo disperso dal mondo per dover tornarsene mesti senza aver visto le prime selvagge rovine!! Dopo una ‘pacata’ discussione inter-nos condita da varie ‘è colpa tua' e 'che c... hai capito'... 'vaffanbrodo... grr...’ restiamo nei pressi della biglietteria dove dopo una mezz’oretta arriva il pulmino dei polacchi della colazione. Mi avvio dal capo gruppo, loro sono in tredici e gli propongo di aggiungere anche noi due per risparmiare sul trasporto. Così paghiamo 300 MX$ (23 eur) in due di motolancia più 76 MX$ di ingresso al sito; sollevati (per ora) dal problema visita saliamo sulla lancia e ci avviamo verso.... Siamo sul fiume Usumacinta, che separa il Messico dal Guatemala, un’enorme massa di acqua marrone contornata da lussureggiante foresta pluviale dove si vedono coccodrilli che nuotano e stormi di uccelli che si levano dagli alberi. Dalle fitte boscaglie la nostra immaginazione ci suggerisce qualche vietcong che ci spia mentre attendiamo che qualche elicottero militare ci passi sopra la testa per rendere più viva la sensazione si essere dentro ad un film tipo Apocalipse Now. Il viaggio in questo paesaggio da film dura circa 40 minuti, controcorrente. Al ritorno ne impiegheremo 15! Sbarcati ci diamo appuntamento con i polacchi dopo un’ora e mezzo alle lance e subito saliamo verso le prime rovine. Il sito è stupendo, si ha quel meraviglioso senso di ‘persi in mezzo la giungla’ dove enormi scimmie nere urlatrici si lanciano dalla cima degli alberi osservandoci. I palazzi antichi sono tutti grigio-verdi coperti da rampicanti. Si accede al sito dal 'Labirinto', un dedalo di minuscole stanze, dopodiché si arriva all’ampia ed erbosa 'Gran Plaza' dove si trova l’edificio per la sauna ed il cortile del gioco della pelota. Sono visibili molti elementi decorativi, architravi, stucchi, sculture tra cui la figura del sovrano più importante di Yaxchilan, il Giaguaro Uccello.

Il punto più suggestivo del sito è un’enorme scalinata che conduce al palazzo principale, la Gran Acropolis, da cui si gode una bellissima visita di tutto il sito e dove si trova la scultura senza testa del Giaguaro Uccello. L’architrave del palazzo è conservata addirittura al British Museum di Londra. Ci saremmo aspettati, in piena giungla e con umidità elevatissima, di essere assaliti da orde di zanzare assetate di sangue, però, per fortuna, non se ne vedono più di tante...

Finiamo il giro e risaliamo sulla lancia a motore, e la fame comincia a fare borbottare i nostri (ben dilatati dall’andazzo culinario...) stomachini; il problema è che a noi restano solo un centinaio di MX$, i quali ci serviranno (forse) per entrare a Bonampak, quindi ci limitiamo a sgranocchiare dei biscottini che insperatamente avevamo nel cruscotto! Ben tostati dal caldo ci concediamo però il 'lusso' di prenderci una freschissima fanta alla fresa (fragola) per 7 MX$ (50 cents).  Arrivati quindi al secondo sito ci accorgiamo si che l’entrata costa 33 MX$ a testa (bene) ma che per arrivare bisogna addentrarsi di circa 9 km con un pulmino che costa 70 MX$ a persona (molto male!!) Io mi accascio sul bancone mentre lo Ste sconsolato rovescia davanti al bigliettaio i nostri 100 MX$ residui più qualche monetina che aveva nelle tasche cercando di giocarsela tutta sulla simpatia italiana.... Sarà perché eravamo stremati, sudaticci e provati dal viaggio, sarà che i messicani, nonostante i vari conquistadores europei di turno, sono rimasti comunque un popolo ospitale ed affabile, sta di fatto che il tizio, preso da evidente compassione, ci da dei biglietti ridotti e ci permette di entrare. Dio che giornata!! Saliamo sul pulmino (stile anni ’70 e completamente senza finestrini) e guarda chi si vede? I nostri amici polacchi!

Il pulmino si addentra per circa un quarto d’ora nella vegetazione e alla fine arriviamo al sito la cui particolarità e quella di aver dei dipinti murali molto ben conservati nel Tempio de las Pinturas. Questi dipinti sono molto importanti sia per la prospettiva che per l’espressività. I colori sono ancora molto brillanti e le scene dipinte hanno un impatto molto forte: si vede la famiglia reale esultare alla vista del neo nato erede, le immagini del Signore di Bonampak, ma anche scene violente, come un prigioniero che supplica di essere risparmiato mentre altri sono torturati, e le donne tengono in mano le lingue sanguinanti appena mozzate dei nemici....

Dopo Bonampak rimontiamo in auto e si torna a Palenque. Lo Ste è stranamente più arzillo di me e ha pure la voglia di contare i topes, dal sito all’albergo, per un totale di ben 78!! Se penso che fino a qualche anno fa la strada era in più pure sterrata....

Finalmente rientriamo al nostro hotel, entusiasti ma molto, molto provati dalla giornata e dalla levataccia mattutina.

Mentre io scartabello guide e depliant vari nella ricerca di un posticino per finire in bellezza la giornata e rifarci della cena della sera prima, lo Ste si stende sul letto con uno sguardo catatonico che non mi piace per nulla.... Gli succede almeno una volta ad ogni viaggio.... il suo fisico non regge ai cambiamenti di ritmi e all’emozione di tante beltà tutte assieme e la sua mente travolta da tante nozioni si sconnette non essendo più in grado di articolare frasi sensate.. il suo cervello inizia a fare un lento processo di deframmentazione che durerà tutta la notte.... Lui dice che ha un leggero mal di testa ma dopo un paio d’ore che sono a fare zapping tra una telenovela e la CNN me ne faccio una ragione e ingollo i (pochi) rimasugli di biscottini e cracker diventati ora la mia cena.

Alle dieci e mezzo, mentre lo Ste biascica che si sta riprendendo e che non vuole farmi saltare la cena e che è pronto ad alzarsi, spengo la luce e buonanotte al secchio....