Chichen Itza

20 agosto sabato: caffè e brioche in camera e alle 8:00 in punto siamo all’interno del sito di Chichen Itza, l’area archeologica più visitata dello Yucatan. A differenza di Palenque e Uxmal queste rovine hanno un aspetto quasi militaresco e pure un po’ sinistro anche a causa dei dipinti raffiguranti guerrieri, battaglie e sacrifici umani. Il sito si estende per più di 9 km e ed è dedicato al Serpente piumato Kukulcan, nome del re dei tolteci che invase e conquistò la tribù Maya. Il clou lo si ha all’inizio con ‘El Castillo’, piramide di 365 gradini (i giorni dell’anno) divisi in quattro gruppi (le stagioni): il 21 marzo ed il 21 settembre, negli equinozi di primavera e d’autunno, il sole illumina la piramide creando un’ombra a forma di serpente che zigzaga lungo i gradini fino ad incontrare l’enorme testa di serpente incisa sulla base. Inutile dire che questo particolare e scenico fenomeno richiama ogni anno migliaia di persone, a omaggio dell’incredibile competenza Maya in matematica e astronomia.

Noi siamo tra i primi che si inerpicano subito sulla cima, ma rimaniamo un po’ delusi...: una nostra amica ci aveva detto che dall’alto fa impressione la pendenza della piramide ma a noi non ci sembra niente di che (e dire che ci eravamo ‘allenati’ per le ripide inclinazioni alle quali ci dicevano saremo andati incontro qui...) ...sarà forse che lei soffre di vertigini?? Ci fa invece molta impressione pensare che qui in cima i perdenti del gioco della pelota venivano legati mani e piedi dietro la schiena e lanciati giù per i gradini....

Passiamo poi per l’enorme campo del gioco della Pelota; arriviamo quindi al ‘Cenote de Los Sacrificios’, profondo ed ampio pozzo naturale sul cui fondale sono state trovate moltissime ossa, soprattutto di bambini, assieme a statuine di giada e oro. Vediamo anche una costruzione adornata da teschi Tzompantli, non a caso qui si raccoglievano le ossa dei nemici. Ci dirigiamo poi verso il ‘Grupo Sur’ dominato del Caracol (l’osservatorio) una torre circolare le cui finestre sono opportunamente orientate verso i punti cardinali.

Dopo 3 ore di visita torniamo in albergo per una doccia, quindi ci infiliamo i costumi, pigliamo auto e bagagli dall’albergo e ci dirigiamo baldanzosi verso i freschi cenotes nei pressi di Valladolid. Non si può infatti lasciare lo Yucatan senza aver fatto un bagno in un qualche cenote, ovvero pozzi, caverne e/o grotte naturali sorte nel terreno carsico dove filtrano le fresche acque provenienti da sorgenti sotterranee.

Peccato che quando arriviamo al famoso cenote Dznitup, detto la ‘cattedrale’ (una cupola naturale di roccia calcarea con una sola apertura centrale dalla quale filtra a luce esterna), si scatena un vero e proprio nubifragio!! Appena ci avviciniamo al parcheggio una frotta di bimbi (nonostante il diluvio) ci viene incontro dicendoci dove parcheggiare, logico pretesto per avere qualche monetina o altro. Porgo loro dei biscottini al che un bimbo tra i più piccoli va a chiamare ‘rinforzi’ e veniamo così ‘circondati’ da una decina di pargoli con le manine protese verso i dolcetti...!!

Visto il tempo avverso giriamo la macchina e diciamo addio al famoso cenote per dirigerci a Valladolid, capitale dello Yucatan, dove visitiamo velocemente la cattedrale della città, la gigantesca chiesa francescana di S. Bernardino, ed il centro cittadino, sempre sotto una pioggia battente. Ci fermiamo per il pranzo e lo Ste riesce finalmente a mangiare il Poc-Chuc, il cui solo nome gli fa venire l’acquolina, e cioè maiale marinato in lime e arance amare.

Prima di uscire dalla città visitiamo il cenote Zaci che un tempo forniva acqua alla città. Sempre accompagnati dalla pioggia arriviamo a Cobà ed al nostro bell’albergo del Club Med, Villas Arquelogicas, a 300 metri dalla zona archeologica, nel cuore di una foresta tropicale adiacente un lago. Anche qui ci ‘ambientiamo’ in piscina e di italiani nemmeno l’ombra, qui parlano tutti francese! La sera decidiamo di fare gli ‘splendidi’ e restiamo nel nostro hotel per una cenetta romantica bordo piscina; è tutto talmente perfetto e buono che lo Ste in un’ondata di generosità si offre di pagare la cena, 500 MX$.

Passiamo la seconda parte della serata in sala TV/biliardo e poi rientriamo nella nostra accogliente camera.

www.clubmed.com