Giorno 8 - Safari
al Masai Mara
Mercoledì
4 agosto:
Oggi Gran safari al
Masai Mara, detto
anche il
Parco dei Leoni!! Gran Safari “de ‘sta ceppa”!!
Premetto che nei mesi di
luglio-agosto (eccoci qua!) si possono incontrare molti animali selvatici quali
zebre, antilopi, gazzelle e gnu che, migrando verso nuovi pascoli, si fermano ad
abbeverarsi lungo le rive dei fiumi. E questi spostamenti vengono seguiti dai
grandi predatori: leoni, leopardi, ghepardi e iene. Qual periodo migliore quindi
di quello attuale??!?
Alle 9:00 si parte. Ci sono 10°C.
Nonostante i buoni proponimenti la maestrina è lì.. seduta vicino
all’autista e (forse per esorcizzare la paura) continua a parlargli
rivolgendogli le domande più disparate.
Si ripercorre più o meno il tragitto di ieri pomeriggio, questa volta solo su strada sterrata e gli animali si lesinano. Per fortuna il conducente di un’altra jeep avvista una leonessa che se ne sta fra i cespugli spaparanzata con la sua preda, una zebra già cadavere (..e per fortuna vista la precedente esperienza). La ‘miciona’ stava riposando.. noi le siamo andati ben vicino, riprendendola da tutte le angolazioni! (abbiamo dovuto trattenere Franco che voleva scendere ad accarezzarla…). Dopo di ciò ci siamo diretti a vedere gli unici tre rinoceronti (dono del vicino parco della Tanzania, il Serengheti) che vengono tenuti sempre vicini e sotto controllo in un area protetta ed isolata, essendo appunto i soli esemplari di tutto il Kenya. Abituati a tanti animali liberi e selvaggi ci è parso di essere accompagnati allo zoo, non che ci fossero recinti, ma si sapeva già dove andare per vederli.. a colpo sicuro! Non c’eravamo abituati….troppo facile!! Dopo altro vagare con la jeep ce ne stiamo un’oretta a pranzare su un bivacco allestito apposta per noi e nel quale il nostro autista, dal fisico decisamente ‘tracagnotto’, ci ha ‘dato dentro’ alla grande!
Alle 15:00 si riparte e anziché continuare col safari ci
viene proposto di visitare un
villaggio Masai al costo di 6 euro a testa. Alle
nostre domande all’autista per sincerarsi che non fosse una ‘visita per
turisti’ come il villaggio precedente ci viene risposto che in fondo cosa sono
6 euro per noi che ne paghiamo più di 600 per il solo safari. La risposta fa
imbestialire soprattutto Franco, non è per essere taccagni ma siamo ben 4 jeep
con 6/7 persone a jeep il totale moltiplicato per 6 euro a cranio.. la
cifra è piuttosto notevole per i loro parametri! I ‘facoceri’ sono
ovviamente pro-villaggio, lo Ste e la Ele avrebbero la curiosità di vederlo. Io
e Franco preferiremmo continuare col safari. Alla fine tutte le jeep
convergono verso il villaggio. Lungo la strada notiamo molti Masai che portano
al pascolo mandrie di bovini e capre (la loro ricchezza) e donne con otri
pesanti sulla schiena (come le leonesse fanno loro i lavori più faticosi…)
che si riforniscono d’acqua nelle stesse pozze usate dagli animali!! Ma che
razza di anticorpi avranno?? Il villaggio ha forma ovoidale con le abitazioni
disposte lungo il perimetro esterno l’una accanto all’altra a proteggere il
bestiame che viene radunato al centro per la notte. L’intero perimetro è
recintato con rami aguzzi e spinosi che proteggono sia i masai che il bestiame
da iene, leopardi ed altri predatori.
All’interno è sistemato l’immancabile mercatino di
manufatti locali con prezzo ovviamente contrattabile…. Franco decide di non
venire. Noi entriamo e siamo
accolti da una fila di donne agghindate che ci cantano una canzone-nenia
di benvenuto. Alcuni si fanno fare le foto assieme a loro (il commento:
cheppuzza che emanano!!). Con lo Ste e la Ele iniziamo a girovagare mettendo il
naso dentro le abitazioni.. ciò che sembrava argilla nella composizione delle
pareti era invece un altro tipo di materiale da costruzione: MERDA. Le
abitazioni infatti sono costruite dalle donne con rami e erba intrecciati e poi
rivestite di letame. Spiegato quindi anche l’odorino delle signore. Oltre a ciò
dentro “casa” c’è anche qualche vitellino o capretta, troppo piccoli per
passare la notte all’aperto e quindi tenuti amorevolmente a dormire con loro.
I Masai hanno un legame affettivo con il loro bestiame: ogni animale ha una
‘voce’ ed un temperamento particolare che la famiglia conosce bene. Si
cantano canzoni che descrivono la bellezza fisica di certi capi di bestiame ed
esprimono affetto per loro. I tori dalle grandi corna ricurve sono
particolarmente apprezzati ed i vitellini vengono trattati con tenerezza e
coccolati come se fossero bambini appena nati. Apperò!!!
Intanto gruppuscoli di bimbi ci osservano dall’esterno
delle loro abitazioni. Sono tutti sorridenti e pieni di mosche. Lo Ste si fa
spiegare alcune cosucce dalla guida Masai: ci sono 120 persone nel villaggio in
40 abitazioni. I giovani portano gli animali al pascolo mentre i vecchi (oddio..
sopra i 30 anni!!) stanno nel villaggio o nelle immediate vicinanze. Le donne,
oltre a raccogliere l’acqua dalle pozze, fanno lavori con le perline. Le madri
decidono quali dei loro sei/sette figli, a seconda della predisposizione ed
attitudine personale, dovrà perpetuare la tradizione masai e così verso i 14
anni di età gli istruiscono sugli usi e le cerimonie antiche che segnano il
passaggio dall’infanzia all’età adulta. Gli forano i lobi degli orecchi con delle forbici
modellandoli con pesanti orecchini di perline. Gli altri figli verranno mandati
a studiare. Ovviamente questi ultimi sono quelli che gestiranno il business,
imparando l’inglese e trattando gli affari con i bianchi, e non abiteranno
nelle cascine ‘puzzose’.
Mentre noi stiamo all’interno del villaggio, Franco è
fuori ad assaporare il silenzio della savana ed osserva il conducente della Jeep
dei nostri amici che scruta con il binocolo in cerca di tracce. Il nostro
autista è invece impegnato a chiacchierare con i Masai del villaggio. Alla fine
si ritorna. La maestrina continua a chiacchierare in inglese con l’autista..
ed onestamente non se ne può più della sua voce. E’ freddo ed il sole inizia
a scendere. Ce ne torniamo in fretta e furia al nostro campo e dopo un po’
arrivano i nostri amici tronfi dalla vista di una cucciolata di leoncini. Con
questo il punteggio è di 30 – 1000 per loro!!!! Noi quattro siamo veramente
incavolati. Io non mi sento neppure troppo bene, ho qualche linea di febbre, la
Ele sempre amorevole mi presta il suo pile della Nike (mi sta proprio
bene….rischia la ragazza!! J).
Ci troviamo in camera nostra prima di
cena e decidiamo il piano d’attacco: domani c’è l’ultimo safari al Masai
Mara detto, ripeto, il Parco dei Leoni.
1° fase: discorsetto ai
‘facoceri’ affinché se ne stiano seduti dietro e buoni in silenzio senza
distrarre l’autista e senza attacchi di panico.
2° fase: discorsetto all’autista
che deve fare il possibile (anche andando fuori strada) per farci vedere
qualsiasi cosa semovente. Ste propone di dare la mancia proporzionale in base
agli animali che ci farà vedere, ogni leone 5 dollaroni.
Franco che oltre a essere un
‘compagnone’ sa anche essere molto incisivo e diretto assolve durante la
cena al compito con i ‘facoceri’ (i quali fanno orecchie da mercante essendo
stati ben contenti della giornata e dell’autista!?!). Dopo le pappe si sta un
po’ fuori seduti attorno al falò e poi nanne.