Giorno 7 - Safari
al Kilimanjaro Kimana
Martedì
3 agosto:
Solita sveglia antelucana (5:30..), the-caffè veloce e
partenza alle 6:00. Fa piuttosto freddo. L’alba è avvincente, sul chiarore
appena accennato del cielo spiccano le forme scure degli alberi di acacia e
lunghi colli di giraffe che ci osservano. Dopo avere ammirato qualche iena,
facoceri e gnu ecco scorgere una figura in movimento sinuoso nell’erba.. è un
ghepardo che ci cammina a fianco!! Dopo aver cercato di segnalare
l’avvistamento con i fari alle altre jeep (qui non si può usare il
walkietalkie – altro motivo di preoccupazione dei nostri compagni
‘facoceri’ L)
partiamo all’inseguimento, disturbando non poco il felino che era senz’altro
in cerca della ‘colazione’. Lo immortaliamo prima mentre cammina nell’erba
a fianco alla nostra jeep, poi quando “segna” il territorio su un
albero, ed infine mentre ci attraversa la strada e salta sopra un altro albero
con graziate ed agili movenze. Verso le 9:00 torniamo al campo esaltati più che
mai e pavoneggiandoci con gli altri ragazzi che avevano visto il ghepardo
solamente di sfuggita nell’erba. Punteggio 30 - 0!! Raccontiamo la nostra
avventura persino ai camerieri che ci servono la colazione e tutti ci fanno i
complimenti, e ci dicono che il ghepardo è piuttosto raro da vedere!
Sempre gasati alle 10:00 partiamo per
il secondo safari e salutiamo il Kilimangiaro (ancora offuscato dalle nuvole!)
visto che questo safari terminerà alla pista privata dell’ASC dove ci aspetta
un bimotore che ci porterà al Masai Mara, a ben 800 km da Mombasa.
Vediamo qualche altro animaletto, ma
oggi ci siamo già guadagnati la giornata! Anche questo safari dà le sue
soddisfazioni; la strada costeggia un fiume dove gazzelle e facoceri vanno ad
abbeverarsi, verrebbe voglia di scendere, stendere la tovaglia a quadroni e fare
un pic-nic assieme a tutti gli animali tanto ci sentiamo parte del loro habitat!
Vediamo anche alcune antilopi giganti. Finalmente ci fanno scendere, non lungo
il corso d’acqua ma in un pianoro dove si può salire su una torretta ad
osservare il parco
Kimana. Qui c’è un raduno di zebre, antilopi, gazzelle,
facoceri nonché qualche elefante, siamo vicini al confine della Tanzania e fra
una nuvola e l’altra si ha pure qualche scorcio delle cime sempre innevate del
vulcano Kilimangiaro, di quasi 6000 metri.. cosa chiedere di più!
Arriviamo quindi al ronzino da 20 posti che in un’ora di
volo ci porterà al Masai Mara, il parco più famoso del Kenya. Saliamo e quando
a balzelloni l’aereo si lancia sulla pista sterrata per prendere il volo io e
la Ele ci guardiamo intensamente negli occhi e con grande apprensione ci
rendiamo conto che nessuna di noi due ha preso la “droga” per il mal
d’aereo!! Panico!! Il nostro stomaco viene sballottato su e giù…. il
cervelletto a sinistra e destra contro la scatola cranica! L
Ho solo delle Travelgum scadute che
divido con la Ele.. Ovviamente l’effetto è nullo (a pensarci bene, visto che
erano scadute, forse è stato meglio così….). Io stringo tra le mani
l’apposito sacchettino concentrandomi intensamente sul mio stomaco mentre Ele,
più delicata ed ‘allenata’, riempie accuratamente il suo con la colazione
mattutina…. I nostri uomini in questi momenti sanno che abbiamo bisogno più
che mai del loro supporto.. quindi se ne stanno tranquilli e zitti per evitare
che gli venga lanciata oltre a qualche imprecazione pesante anche il sacchettino
con tutto il suo contenuto!
Chi invece è riuscito a godersi il
viaggio, data anche la bassa quota di sorvolo, ha potuto osservare un panorama
meraviglioso, la cima del Kilimangiaro tra le nuvole, coccodrilli nel fiume,
villaggetti masai e gli splendidi colori della savana!
Finalmente
atterriamo, la Ele dal suo colorito potrebbe fare la comparsa in sala autopsie
per C.S.I.-Kenya, io ho un mal di testa ‘fotonico’ e nessuno osa rivolgermi
parola….
Il
Mara Buffalo Camp è proprio all’interno del Masai Mara. I furbastri dei Masai hanno dato in locazione decennale
all’ASC il terreno su cui costruire il campo. In cambio ASC oltre a pagarli (si pensa) profumatamente deve anche non
farli incavolare.. quindi raccomandazioni a noi di non fotografare gli indigeni
ed in generale di starcene tranquilli.
Mentre osserviamo il nostro camp
non capiamo come mai ci siamo affannati a fotografare tanti animali quando ora
davanti all’entrata dei nostri lodge, quasi in posa circolano
liberamente zebre, babbuini, gazzelle, gnu e pure (scoperto più tardi, alla
sera) un ippopotamo.
Mentre la Ele con gambe malferme si trascina verso il
letto, noi andiamo a pranzo e ci prepariamo al safari delle 15:00. La Ele non ce
la fa, è sfinita, e noi le promettiamo che fotograferemo il più possibile, che
le racconteremo tutto e che la penseremo tanto... Il paesaggio è molto diverso
dai precedenti.. questa è vera Savana africana di colore giallo paglierino con
immense distese erbose
sulle quali spicca raramente qualche verde albero di acacia. La cosa bella è
che la nostra jeep con un nuovo e panzuto autista era costretta ad
addentrarsi in mezzo all’erba della savana tra guadi e fuori pista alla
ricerca di qualche animale nascosto. Yaahuuuu!! E la cosa ancora più bella era
stare in piedi con l’aria secca a sferzarti la faccia cercando di
‘puntare’ con lo sguardo qualche animale!! Purtroppo qui pare che gli
animali siano ben nascosti.. più di qualche Topo (=gazzella Masai), gnu e
giraffe altro non si vede. Eppoi assistiamo all’ennesimo attacco isterico
della maestra d’inglese torinese che è letteralmente terrorizzata dal terreno
accidentato e che si ripropone di starsene a casa l’indomani (evvai!!!)... Ce
ne ritorniamo per il the sulla terrazza vista fiume con tanto di
ippopotami che spruzzano e si ‘lamentano’.
Qui purtroppo dobbiamo abbandonare il
fare da gradassi che ci aveva contraddistinto nei giorni precedenti: le altre
due jeep si erano imbattute in una leonessa con la sua preda. Punteggio attuale
30 – 15. Ma restiamo ottimisti… la gara è ancora aperta! Domani c’è un
mega-safari della durata di un giorno intero!! Dopo cena un negretto ci
accompagna dietro al ristorante dove c’è un grosso ippopotamo che ha trovato
accoglienza qui nel campo dopo essere stato ferito e cacciato dai suoi simili.
Il “piccolino” si nutre di soli 90 kg di erba a notte!! Rimaniamo
impressionati dalla sua mole enorme anche perché non ne avevamo mai visto
nessuno allo scoperto fino ad ora! Nel campo c’è anche un recinto dove ci
sono gli animali in convalescenza raccolti feriti nel parco. Ce ne andiamo a
letto presto accompagnati da un micio rosso che si accampa davanti il bungalow
di Franco ed Ele, nonostante sia io
che gli do alcune salsiccette prese al buffet! Ingrato!